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henry moore la mostra del '72

La mostra di Henry Moore del 1972 al Forte Belvedere di Firenze rappresenta un momento fondamentale per la divulgazione dell’arte contemporanea in Italia ma soprattutto nella rinascimentale Firenze.

L’artista inglese dialoga ideologicamente coi grandi maestri della scultura fiorentina come Michelangelo o Donatello e paesaggisticamente con lo skyline della cittaÌ€. 

L’evento vede la partecipazione di numerose figure di spicco, non per ultima la principessa Margaret, sorella della sovrana d’Inghilterra, ma soprattutto sono i fiorentini e i toscani a visitare il bastione adornato di queste meravigliose sculture dalle forme fluide.

La mostra del 1972 segna l’entrata dell’arte contemporanea nella vita dei cittadini, che ancora oggi ricordano l’evento come un qualcosa di significativo, un’esperienza vissuta magari coi genitori, esperienza che puoÌ€ essere nuovamente vissuta oggi, quarantanove anni dopo, con le nuove generazioni alla mostra dello scultore inglese al Museo Novecento.

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henry moore:

la scultura dell'eterno

Le sculture dell’inglese Henry Moore raccontano di tempi passati, della sofferenza dei corpi emaciati dalla guerra, delle influenze dell’arte precolombiana e primitiva, ma parlano anche del presente e del futuro.

Sono sculture mosse da una forza interna, come quando chiudendo una mano a pugno vediamo le nocche tirare la nostra pelle, che si fa liscia e prende la forma delle nostre ossa.

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Questa è l’idea dietro le opere dell’artista, una forza modellante che crea certe superfici invece di altre. L’ispirazione viene dalla natura, dalle conchiglie alle ossa, che si trasformano in modelli in gesso di varie dimensioni che poi vengono fusi in bronzo. I soggetti di Moore vanno dai corpi sdraiati al tema delle famiglie e madre-figlio che studia anche in numerosi schizzi durante i bombardamenti di Londra degli anni ’40, quando Moore e molti altri londinesi si rifugiano nelle stazioni della metropolitana.


L’arte di Moore contempla lo spazio, dialoga con esso tramite pieni e vuoti e cerca di attirare il fruitore tramite le superfici più o meno lisce, che diano la sensazione di riempire la mano se ci si appoggiasse sopra. Le sue figure reclinate strizzano l’occhio al Michelangelo della Sacrestia Nuova in S.Lorenzo a Firenze, artista che lo spinse all’età di undici anni a decidere di voler diventare scultore. Il rapporto tra Moore e il Bel paese si consolida, oltre che per i soggiorni di studio per l’acquisizione di una casa in Versilia, a Forte dei Marmi, dove soggiornava d’estate e da cui poteva mantenere un rapporto di vicinanza anche con le cave delle Apuane.

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Nel 1972 questo matrimonio vede il suo apice nella mostra dell’artista inglese al Forte Belvedere di Firenze, ed oggi a quasi cinquant’anni da quella mostra il Museo Novecento rende omaggio all’artista con un’altra esposizione: “Henry Moore. Il disegno dello scultore” (dal 18.01.2021 al 18.07. 2021).

A cura di Sebastiano Barassi e il direttore Sergio Risaliti.

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